Si è conclusa la scorsa domenica 1 ottobre, la due giorni dal titolo di “Impresa al centro wellness”, la rassegna, giunta quest’anno alla terza edizione, pensata dal Gruppo Riolo per promuovere cultura e valori che stanno alla base della vita umana. A partecipare, anche il tecnico nazionale e regionale Fisdir Sicilia di judo, Giosuè Giglio, e il campione del mondo in carica di Judown, Davide Migliore.

Si è svolta sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre scorsi, la rassegna di sport, salute e benessere “Impresa al centro wellness” negli spazi dedicati della concessionaria Volvo e centro usato Toyota, che per tale circostanza sono stati trasformati in una vera e propria cittadella dello sport e del benessere psicofisico a 360°. L’evento ha rappresentato un’opportunità per associazioni, sportivi, medici, dietisti e operatori sanitari di mettere al centro il proprio lavoro al servizio della persona e del suo benessere in tutte le sue forme.

Ad intervenire durante il talk “Sportiamo”, il tecnico nazionale e regionale Fisdir Sicilia di judo, Giosué Giglio, ed il campione del mondo in carica di Judown, nonché neo campione europeo ai recenti SUDS di Padova, Davide Migliore. “L’appellativo con il quale è stato denominato questo talk mi sta molto a cuore perché ogni anno organizzo un evento sul judo che porta lo stesso nome – ha dichiarato Giosué Giglio – e che ha come obiettivo quello di promuovere prima tutto lo sport, ma soprattutto lo sport per tutti. Ognuno di noi ha delle caratteristiche e peculiarità diverse e nella Federazione che rappresento come tecnico di judo, la Fisdir, che annovera persone con disabilità intellettivo relazionali, non ci sono ragazzi speciali o diversi, ma solo atleti. Ed esattamente un anno fa, a Madeira in Portogallo, Davide Migliore qui accanto a me, vinceva il titolo di campione del mondo di Judo. Davide non è diverso dai suoi compagni, ma è semplicemente un atleta formidabile, che rispetta le regole e gli avversari, ed è sempre il primo a salire sul tatami ed è l’ultimo a scendere, non si arrende mai e mi ha insegnato tante cose. Lui è la dimostrazione perfetta che il sacrificio, il duro lavoro, il rispetto delle regole, la pazienza, la caparbietà possono portare un incredibile risultato. Non sarebbe stato possibile tutto questo senza anche la disponibilità ed il sostegno di suo padre Roberto, così come è importante che tutti i genitori  capiscano che attraverso lo sport, il judo per esempio, i propri figli possono imparare valori importanti come questi e renderli più autonomi nella propria vita. Oggi, parlare di inclusione, dovrebbe essere qualcosa di assodato eppure non lo è – ha concluso il tecnico -, ma ciò che può cambiare davvero la prospettiva è permettere ai ragazzi con disabilità di fare sport perché, piccolo o grande che sia l’obiettivo, una volta raggiunto, rappresenterà la vittoria del proprio, personale campionato del mondo”.